Le Cripto monete, sono delle monete virtuali di diverso valore, la più famosa è il Bitcoin, è una moneta elettronica che promette di scalare il web. L’ha inventata un giapponese, ecco come funziona :
Online c’è una moneta virtuale, ma con un valore reale, si chiama bitcoin, si può possedere in incognito. Esistono siti che trasformano il denaro in bitcoin. La piattaforma Bitfloor accetta versamenti in valute tradizionali. Dopo l’acquisto, i bit possono essere conservati nel pc, nel cellulare oppure affidati agli stessi siti che funzionano alla stregua delle banche . C’è però un’altra possibilità molto più curiosa, di acquisizione.
I bitcoin sono dei codici creati da una rete di computers che è presente in tutto il mondo , che li emette in modo casuale circa sei volte l’ora . In teoria chi è collegato alla rete ha la possibilità di riceverli in modo gratuito : ragion per cui i navigatori più estremi hanno definito l’iniziativa come un tipo di economia più etica rispetto a quella tradizionale . I bitcoin consentono un pagamento elettronico peer to peer, cioè tra membri di una stessa rete. Generazione e scambio della moneta sono basati su un protocollo open source, fruibili liberamente , senza registrazioni di licenze e non sono controllati da alcuna autorità! Chi diventa proprietario di bitcoin non deve temere furti : grazie alla crittografia , solo lui potrà usarli e spenderli. Altro particolare non da poco è la non tracciabilità: chi li usa per comprare merce o un servizio on-line può restare anonimo perchè non è richiesta alcuna registrazione. E’ conveniente: nello scambio non intervengono banche o società che trattengono commissioni sui versamenti o transazioni. Le statistiche danno per certo che entro il 2020 i bitcoin conquisteranno una grande fetta del mercato globale sul web!
La potenza di calcolo necessaria per minare BTC si misura in GH/s
(gigahash al secondo) o multipli. Qualcuno ha tentato di confrontare questa misura con i FLOPS, cioè l’unità che misura le prestazioni di computer e (soprattutto) supercomputer, ma si tratta di un conteggio che lascia il tempo che trova: per minare BTC infatti i computer eseguono calcoli in virgola fissa, mentre FLOPS indica la capacità di eseguire calcoli in virgola mobile (FLoating point Operations Per Second).
L’affermazione secondo cui la rete Bitcoin supera l’insieme dei più potenti supercomputer è quindi poco più di una battuta, a meno che non ci si limiti – appunto – alla capacità di eseguire attacchi bruteforce per trovare nuove monete, e solo alle prestazioni integer – ignorando quelle a virgola mobile.
Hardware Indispensabile per minare
In ogni caso, tutti i computer che minano BTC, messi insieme, rappresentano una potenza molto alta. Com’è possibile che non trovino le chiavi per i nuovi BTC in pochi millesimi di secondo? La risposta a questa domanda si chiama “difficoltà variabile”. Un’idea brillante, che garantisce il ritmo costante nell’emissione di nuovi blocchi, quindi di nuovi BTC: un nuovo blocco ogni 10 minuti.
Si tratta di un aspetto che gli ultimi arrivati spesso non comprendono o sottovalutano. Il principio di funzionamento è relativamente semplice: il sistema è programmato per accettare chiavi parziali. Nel tentativo di “scardinare” la protezione crittografica, in altre parole, non è necessario trovare la chiave completa; è sufficiente infatti trovare solo una parte dei caratteri che la compongono. Ciò significa che si possono ottenere i 25 BTC (più un piccolo extra) anche se si scoprono solo 7 caratteri su 10 di quelli necessari per violare l’algoritmo SHA-256.
Ebbene, questo parametro è variabile, e a seconda della potenza totale distribuita sulla rete sarà necessario trovare chiavi più o meno lunghe per minare. La valutazione si basa sul numero di blocchi generati (nella blockchain) ogni due settimane: se sono più di 2016, significa che c’è molta potenza di calcolo in gioco, e allora la difficoltà aumenta. Se sono meno, la difficoltà diminuisce. È successo solo alcune volte dal 2009, ma accade sempre più spesso – segno che ci sono sempre più computer collegati alla rete BTC.
Mining con AMD Radeon HD 6990 (dual GPU)
Ecco quindi un’altra variabile da tenere in considerazione. C’è il costo dell’hardware, qualsiasi esso sia, e quello dell’elettricità. Uno potrebbe calcolare tutto per guadagnare una decina di BTC al mese, per esempio, ma poi vedere i propri piani rovinati perché tutti si comprano dieci ASIC, la difficoltà cresce e il proprio sistema diventa inutile prima di raggiungere il pareggio.
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